antonio montanari
Un libro in omaggio
Anni Cinquanta
i giorni della ricostruzione
visti da un bambino.
1948-1953
pubblicato nel 1995, cliccando qui.
Auguri di un felice 2008 e buona lettura.
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Ombre di oggi, fantasmi di ieri
Marcello Sorgi ha condotto con estrema correttezza da lunedì a stamane la rassegna di «Prima pagina» su RadioTre.
Ovviamente oggi non ha citato un suo interessante articolo apparso su «La Stampa», «I mangiatori di pane e politica», che è uno dei pezzi più documentati apparsi sui quotidiani italiani alla vigilia del voto per il Pd.
Sorgi è ben informato. Ha così osservato che «in larga parte» del Paese, cioè nelle quindici regioni amministrate dal centrosinistra, è avvenuta «un’accorta lottizzazione del potere locale» che ha fatto venir meno «la distinzione tra Margherita e Ds».
Questo è il dramma italiano, l'«accorta lottizzazione» che non fa bene sperare neanche per il futuro pur con il nuovo partito.
Su questo futuro si proiettano le ombre di un passato che Sorgi analizza rievocando una costante storica del nostro Paese, il trasformismo. Per cui il nuovo appare sempre striato di vecchio.
Dalle ombre sul futuro alle ombre del passato, il passaggio è breve. Aldo Cazzullo sul «Corriere della Sera» di oggi presenta un libro di Giovanni Moro («Anni Settanta») che sarà distribuito da martedì, con un'intervista all'autore, figlio dello statista rimasto vittima del terrorismo.
Ne consiglio la lettura per rendersi conto dei «duri giudizi su Andreotti e Cossiga» (come recita un sottotitolo) e sul Vaticano, espressi da Giovanni Moro.
Il quadro che ne risulta conferma la drammaticità di un presente che rifiuta di fare luce su quelle ombre del passato, e l'anomalia del tutto italiana di un Paese che ha dimenticato lucidamente, secondo Giovanni Moro, di fare i giusti conti con l'uccisione di suo padre. Il quale è uno di quei fantasmi che ritornano, ovvero uno di quei morti, sono parole di Giovanni Moro, «che non riposano in pace e che non lasciano in pace nemmeno i vivi».
Non si tratta soltanto di un dolore personale, per Giovanni Moro. In esso si ritrovano i risvolti della storia di un intero Paese che ha preferito dimenticare, in mille modi e per mille convenienze quella tragedia del 1978.
Ovviamente oggi non ha citato un suo interessante articolo apparso su «La Stampa», «I mangiatori di pane e politica», che è uno dei pezzi più documentati apparsi sui quotidiani italiani alla vigilia del voto per il Pd.
Sorgi è ben informato. Ha così osservato che «in larga parte» del Paese, cioè nelle quindici regioni amministrate dal centrosinistra, è avvenuta «un’accorta lottizzazione del potere locale» che ha fatto venir meno «la distinzione tra Margherita e Ds».
Questo è il dramma italiano, l'«accorta lottizzazione» che non fa bene sperare neanche per il futuro pur con il nuovo partito.
Su questo futuro si proiettano le ombre di un passato che Sorgi analizza rievocando una costante storica del nostro Paese, il trasformismo. Per cui il nuovo appare sempre striato di vecchio.
Dalle ombre sul futuro alle ombre del passato, il passaggio è breve. Aldo Cazzullo sul «Corriere della Sera» di oggi presenta un libro di Giovanni Moro («Anni Settanta») che sarà distribuito da martedì, con un'intervista all'autore, figlio dello statista rimasto vittima del terrorismo.
Ne consiglio la lettura per rendersi conto dei «duri giudizi su Andreotti e Cossiga» (come recita un sottotitolo) e sul Vaticano, espressi da Giovanni Moro.
Il quadro che ne risulta conferma la drammaticità di un presente che rifiuta di fare luce su quelle ombre del passato, e l'anomalia del tutto italiana di un Paese che ha dimenticato lucidamente, secondo Giovanni Moro, di fare i giusti conti con l'uccisione di suo padre. Il quale è uno di quei fantasmi che ritornano, ovvero uno di quei morti, sono parole di Giovanni Moro, «che non riposano in pace e che non lasciano in pace nemmeno i vivi».
Non si tratta soltanto di un dolore personale, per Giovanni Moro. In esso si ritrovano i risvolti della storia di un intero Paese che ha preferito dimenticare, in mille modi e per mille convenienze quella tragedia del 1978.
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La Chiesa e Prodi
Da Rimini, dal Meeting di CL, la Chiesa di Roma ha cominciato ad avere un occhio di riguardo verso quel Prodi che era stato considerato una pecorella smarrita. Ma il Buon Pastore l'ha ritrovata...
Sinora aveva avuto la tentazione di lasciarla precipitare nel burrone di montagna verso cui era stata avviata con tante benedizioni.
L'on. Calderoli come al solito ha equivocato.
Bertone non ha benedetto «la proposta di sciopero fiscale».
Ha dimostrato che la Chiesa ha cambiato rotta. Finora si era fidata dei pluridivorziati inneggianti all'evasione fiscale.
Adesso, eminenza Bertone, che lei ha dato ragione a Romano Prodi, e che Prodi si dice d'accordo con Lei, adesso fate pagare l'Ici anche a chi non la pagava legalmente sinora..., cioè alle chiese della Chiesa di Roma (intesa come Italia).
Sinora aveva avuto la tentazione di lasciarla precipitare nel burrone di montagna verso cui era stata avviata con tante benedizioni.
L'on. Calderoli come al solito ha equivocato.
Bertone non ha benedetto «la proposta di sciopero fiscale».
Ha dimostrato che la Chiesa ha cambiato rotta. Finora si era fidata dei pluridivorziati inneggianti all'evasione fiscale.
Adesso, eminenza Bertone, che lei ha dato ragione a Romano Prodi, e che Prodi si dice d'accordo con Lei, adesso fate pagare l'Ici anche a chi non la pagava legalmente sinora..., cioè alle chiese della Chiesa di Roma (intesa come Italia).
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